Si chiamano così, Unicorni, le startup che raggiungono il valore di un miliardo di dollari (poco meno di un miliardo di euro) rimanendo in mani private, cioè senza quotarsi in Borsa.

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Startup Unicorn

Diventare un unicorno è il sogno di molte startup. È il termine usato per descrivere una startup che ha raggiunto una valutazione di oltre 1 miliardo di dollari. Anche se questo può sembrare un obiettivo impossibile, sta diventando sempre più realizzabile nel mercato odierno.

Il viaggio dalla startup all’unicorno richiede duro lavoro, dedizione e molta fortuna.

Implica assumersi dei rischi, prendere decisioni difficili e spingersi oltre i limiti.

Richiede anche una comprensione del mercato e come capitalizzare tendenze e opportunità. Con uno sforzo sufficiente, qualsiasi startup può diventare un unicorno se dispone del team, delle risorse e delle strategie giuste.


Una startup che diventa un unicorno è una pietra miliare entusiasmante per qualsiasi azienda. Significa che la società ha raggiunto una valutazione di almeno 1 miliardo di dollari ed è ora considerata una delle startup di maggior successo al mondo. 

Ma cosa ci vuole per diventare un unicorno? 

Come fanno le startup ad arrivare a questo livello di successo? 

Queste sono alcune delle domande che esploreremo in questo articolo.

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Per diventare una “unicorno” (termine utilizzato per indicare una startup la cui valutazione supera i 1 miliardo di dollari), una società deve avere una forte crescita del fatturato e del valore, nonché una forte domanda del mercato per i propri prodotti o servizi. Inoltre, è importante avere un team di gestione esperto e una solida base finanziaria per supportare la crescita e gli sforzi di espansione.

Inoltre, per diventare un unicorno spesso è necessaria una solida idea.

Le startup che raggiungono un elevato livello di successo, come diventare un unicorn, di solito hanno una combinazione di fattori che le aiutano a raggiungere questo obiettivo.

  1. Idea imprenditoriale solida: un’idea innovativa e originale che risponde a una domanda del mercato o risolve un problema esistente.
  2. Business model scalabile: un modello di business che può essere espanso per raggiungere un numero maggiore di clienti e aumentare i ricavi.
  3. Team di successo: un team di gestione esperto e motivato che ha le competenze e le conoscenze per eseguire e far crescere l’azienda.
  4. Finanziamento: una solida base finanziaria che consente all’azienda di sostenere la crescita e gli sforzi di espansione.
  5. Marketing efficace: una capacità di attrarre clienti e generare interesse attorno al prodotto o servizio offerto.
  6. Espansione: una capacità di espandere la propria presenza sui mercati nazionali e internazionali.
  7. Networking: una buona conoscenza del mercato e delle opportunità di networking per attrarre nuovi clienti e investitori.
  8. Flexibility: la capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato e di innovare continuamente per soddisfare le esigenze dei clienti.

Ovviamente, non tutte le startup che hanno questi fattori raggiungono il successo a livello di unicorno, ma avere questi elementi presenti aumenta notevolmente le possibilità di successo. 

Un esempio di Unicorn Italiani ?

Satispay, il sistema di pagamenti digitali fondato da Alberto Dalmasso, Samuele Pinta e Dario Brignone nel 2013, quando avere un unicorno italiano era al limite dell’impensabile. Da zero a un miliardo in meno di dieci anni. 

Il definitivo salto è arrivato grazie a un round d’investimento (il quarto, serie D) da 320 milioni di euro guidato dal venture capital statunitense Addition. Il londinese Greyhound Capital, investitore già nel 2018, ha incrementato la propria quota. E resta nel capitale di Satispay anche chi era entrato alla fine del 2020 con un round serie C da 93 milioni: tra gli altri, Tencent, Mediolanum e Block (la ex Square, fondata e presieduta dal padre di Twitter, Jack Dorsey).

Confidiamo che questo articolo possa stimolare una riflessione importante, Ti ringraziamo per il tuo tempo e la tua attenzione.

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